Mercato libero gas naturale: cos’è e quali vantaggi per il consumatore

Il gas è uno di quei servizi indispensabili per la vita casalinga, come la luce o l’acqua: basta spingere un pulsante, o girare una manopola, per cucinare o riscaldare un ambiente.
Analogamente all’energia elettrica, è a disposizione per tutti gli utenti anche un mercato libero del gas naturale.

Cos’è il gas naturale

Il gas naturale si chiama così perché, come appunto dice il nome, non è “prodotto”, ma si trova in natura, per lo più sotto forma fossile, come il carbone o il petrolio, oppure in giacimenti. Può essere anche esalato nei processi di decomposizione (come ad esempio nelle discariche o nelle paludi), ma ovviamente quello usato per usi domestici proviene prevalentemente dai giacimenti. Come conseguenza di questo, la dicitura corretta per indicarlo è “gas naturale” e non semplicemente “gas”.

Il componente principale che si trova all’interno del gas naturale è il metano, ma si possono individuare anche elementi di altri gas (come ad esempio il butano e l’azoto). Di sua natura, sarebbe incolore e inodore: il caratteristico “effluvio” che si sente in casa quando non viene bruciato tutto è dovuto ai mercaptani, che vengono aggiunti per poter avvertire tempestivamente le eventuali perdite.

Prima di essere utilizzato come combustibile, il metano viene purificato e poi messo in distribuzione; viene poi usato nelle case per cucinare e avere acqua calda, nelle centrali elettriche per produrre energia e nei processi produttivi delle industrie.

Prima del mercato libero… il mercato tutelato

Fin dagli anni ‘60, la consegna e la distribuzione del gas in Italia erano gestite da Eni in regime di monopolio.

La distribuzione del gas eseguita in questa modalità viene chiamata “servizio di tutela” o “mercato tutelato”: i consumatori che si trovano in questa condizione di mercato vengono riforniti di gas naturale avvalendosi di condizioni contrattuali ed economiche stabilite dall’ARERA (ovvero l’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente) con un aggiornamento del prezzo trimestrale.
Il mercato tutelato esiste anche per l’energia elettrica; per quanto riguarda il gas naturale, è rivolto a condomini e clienti domestici che consumano una quantità di materia prima inferiore o uguale a 200.000 Smc. Per i consumi maggiori, è già stato reso obbligatorio il passaggio al mercato libero.

Se un utente che consuma una quantità inferiore o uguale a 200.000 Smc non ha mai cambiato fornitore dopo il 31/12/2002, sta ancora facendo uso, molto probabilmente, delle condizioni contrattuali previste dal mercato tutelato.

Ma cosa si intende con “mercato libero del gas naturale”? Partiamo dalla definizione.

Cos’è il mercato libero del gas naturale

Il mercato libero del gas naturale permette a ciascun utente di aderire al fornitore preferito tra quelli disponibili sul mercato in fatto di fornitura di gas, scegliendo dunque le condizioni contrattuali che più lo aggradano.

Nel valutare le offerte dal mercato libero del gas, è bene ricordare che il gas naturale prima di giungere nelle case attraversa tre fasi: trasformazione, trasporto e distribuzione/vendita. Molto semplice da veicolare il gas allo stato liquido viene trasportato per mezzo delle navi metaniere, mentre quello allo stato gassoso attraverso le reti dei metanodotti.

Per quanto riguarda l’approvvigionamento dell’Italia, il gas naturale proviene prevalentemente (90%) dall’estero, in particolare da Algeria, Olanda e Russia.
La liberalizzazione della fornitura di gas naturale si applica proprio all’inizio del processo di consegna del gas naturale al consumatore, ovvero quando avvengono acquisto, vendita, produzione e importazione del gas.

Cosa si intende con liberalizzazione del gas naturale?

A partire dagli anni ‘90, al fine di recepire la direttiva 1996/92/CE dell’Unione Europea, l’Italia si è adeguata con il decreto legislativo n.79/1999, (detto Decreto Bersani) e il decreto legge n.73/2007 per liberalizzare il mercato dell’energia. Per il gas naturale questo si è realizzato a partire dal 1° gennaio 2003, grazie al cosiddetto “decreto Letta”, che ha dato la possibilità a un maggiore numero di aziende di comprare il gas naturale autonomamente dai trasportatori e dai produttori, basandosi sulla direttiva n.98/30/CE del 28 giugno 1998, contenente norme comuni relative al mercato interno del gas naturale.

A oggi, dunque, il consumatore può scegliere di rifornirsi scegliendo tra diverse compagnie, non solo da Eni, anche se il regime di concorrenza introdotto fra i vari operatori è comunque soggetto ad alcuni obblighi per la tutela del consumatore decisi dall’ARERA.

Come abbiamo detto, i diversi operatori in regime di concorrenza si occupano di acquisto, vendita, produzione e importazione del gas, quindi i costi di questi processi sono decisi dagli operatori stessi. Al contrario, le procedure di trasporto e distribuzione hanno tariffe regolamentate da ARERA, uguali per tutti i fornitori; dunque non sono oggetto di negoziazione tra cliente e venditore.

Tariffe per la fornitura di gas naturale: come si compongono e cosa si vede in bolletta?

Il prezzo totale che si trova scritto nella bolletta contiene al suo interno varie componenti: come abbiamo visto, alcune di queste sono regolate da ARERA, altre sono determinate dal fornitore scelto.

Dal 1° gennaio 2016, è stata introdotta la bolletta 2.0: la differenza di questo formato rispetto al precedente è una maggiore facilità di lettura e una migliore chiarezza di contenuti, affinché per l’utente sia più facile comprendere il modo in cui viene calcolato l’importo totale.

I 4 macroelementi principali sono:

  • Imposte dello Stato, ovvero le accise e l’IVA: le accise cambiano a seconda delle quantità consumate e della regione di residenza, mentre l’IVA è fissata al 10% in caso di consumi fino a 480 metri cubi, al 22% su quelli maggiori;. (Per sapere quali imposte sono presenti all’interno della bolletta della luce, leggi il nostro articolo “Imposte sull’energia elettrica”.)
  • Spesa per oneri di sistema: questa voce comprende tutti i costi che vengono destinati agli incentivi per le fonti rinnovabili, per il bonus gas e per favorire lo sviluppo della rete;
  • Spesa per la gestione e il trasporto del contatore: questa quota si riferisce ai procedimenti di misurazione e distribuzione, trasporto e stoccaggio del gas naturale; essa è definita da ARERA;
  • Spesa per la materia di gas naturale: questa voce è quella che, in particolare, oltre a seguire il prezzo della materia prima, rappresenta la componente variabile, a seconda che l’utente sia rifornito da un operatore del mercato libero o dal servizio del mercato di tutela; è composta, a sua volta, da:
    • Componenti di oneri di gradualità (GRAD, Cpr)
    • Componente di commercializzazione al dettaglio (QVD)
    • Componenti di approvvigionamento di gas naturale nei mercati all’ingrosso (Cmem e CCR)

Nelle tabelle seguenti si possono vedere i prezzi aggiornati della spesa per oneri di sistema e della spesa per la gestione e il trasporto del contatore (l’unità di misura del gas naturale è lo Standard Metro Cubo, abbreviato come SMC):

Spesa per oneri di sistema

Trasporto e gestione del contatore – Italia settentrionale e centrale

Spesa per trasporto e gestione del contatore – Italia meridionale

Quota fissa e quota variabile nella bolletta del gas naturale

Tutte le quote della bolletta del gas naturale che abbiamo elencato prima, (ovvero la Spesa per oneri di sistema, la Spesa per trasporto e gestione del contatore e la Spesa per la materia di gas naturale) eccezion fatta per le imposte, sono composte da una parte detta “quota fissa” e una detta “quota variabile” o “quota energia”.

La quota fissa è un costo che non cambia a seconda della quantità di gas utilizzato, e viene applicata in €/PDR al mese o in €/cliente.

La quota energia o quota variabile, invece, cambia a seconda della quantità di gas naturale consumata, divisa per scaglioni di consumo, ed è applicata in €/Smc.

Gli scaglioni di consumo sono fasce prese come parametro al fine di definire il prezzo degli Smc: all’aumentare del consumo, aumenta anche il prezzo della materia prima.
Questa soluzione è stata adottata per avvantaggiare le famiglie che consumano poco: coloro che rientrano nelle fasce inferiori, infatti, pagano anche un prezzo minore per ogni Smc consumato.
Gli scaglioni con cui viene definito il prezzo del gas sono 6 e sono così suddivisi:

Si calcola che, in totale, il peso della quota fissa sul prezzo totale della bolletta del gas metano sia circa dell’8%.

Tenendo ferme queste definizioni, ora andremo ad approfondire meglio le tre quote principali, ovvero la spesa per oneri di sistema, la spesa per la gestione e il trasporto del contatore, e, infine, la spesa per la materia di gas naturale.

La spesa per oneri di sistema nelle bollette del gas

La spesa per oneri di sistema, nel dettaglio, raduna i seguenti elementi:

  • UG2: ha il fine di coprire la differenza fra i costi reali sostenuti dai fornitori e l’importo ricavato per mezzo della componente QVD, che spiegheremo quando parleremo della spesa per la materia del gas naturale;
  • UG3: serve a coprire le spese sostenute dalle imprese per le operazioni di interruzione della fornitura a causa delle morosità;
  • RE, ovvero Risparmio Energetico: questa componente serve per finanziare lo sviluppo della tecnologia nel settore del gas naturale, la realizzazione di reti di teleriscaldamento e la progettazione di iniziative a favore dello sviluppo dell’uso delle fonti rinnovabili.

Come già detto in precedenza, ciascuna di queste voci si compone di una quota fissa e una che varia a seconda della quantità di gas consumato.

La spesa per il trasporto e la gestione del contatore

Anche questa voce della bolletta ha una componente fissa e una variabile a seconda dello scaglione di consumo a cui si appartiene.
La spesa per il trasporto e la gestione del contatore è relativa ai servizi di trasporto, distribuzione, lettura del contatore e messa a disposizione dei dati.

Nel dettaglio, essa raccoglie:

  • QT: serve a coprire i costi sostenuti per trasportare il gas fino alle reti di distribuzione.
  • ST e VR: queste quote avrebbero come scopo quello di coprire le spese contrattuali concernenti le gare di affidamento dei servizi ai distributori, ma al momento sono nulle.
  • UG1: garantisce che gli importi pagati dai clienti per la distribuzione siano effettivamente sufficienti a compensare le spese del servizio, tenendo conto anche dell’eventualità di conguagli
  • Tau1, Tau3: elementi che vanno a soddisfare i costi sostenuti per distribuire e misurare la quantità di gas erogato.
  • Canoni comunali: tali canoni sono inseriti solo nelle bollette degli utenti residenti in comuni che, a causa di maggiori spese di distribuzione, hanno deciso di aumentare i canoni di concessione alle varie imprese.

La spesa per la materia gas naturale

Nella spesa per la materia gas naturale sono compresi gli importi per coprire i costi fatturati nei diversi procedimenti effettuati dal venditore per distribuire il gas naturale al cliente, come ad esempio gli oneri connessi all’approvvigionamento.

Nel dettaglio, gli elementi che compongono questa voce sono i seguenti:

  • Cpr: serve a coprire gli incentivi riservati alle aziende che rinegoziano i contratti di acquisto all’ingrosso su un lungo periodo con contratti più vantaggiosi, ovvero quelli a più breve termine.
  • Cmem: copre le spese relative all’acquisto all’ingrosso del gas naturale.
  • CCR: copre i costi sostenuti dalle aziende distributrici per proteggere i consumatori dalle oscillazioni di prezzo legate a cause esterne e per rifornirli.
  • QVD: l’acronimo significa “Quota di Vendita al Dettaglio”: questa quota va a coprire i costi fissi che le aziende fornitrici sostengono per la gestione commerciale dei clienti.
  • GRAD, ovvero il “Componente di Gradualità”: è servita, dall’ottobre 2013 a settembre 2017, per sostenere le imprese nel pagare i costi relativi alla sostituzione di vecchi contratti di acquisto di gas con quelli adatti al metodo di calcolo più recente.

Questi costi occupano il 40% della bolletta: per questo è molto utile capire in che modo rendere più efficienti i propri consumi a seconda delle proprie abitudini. L’esistenza di un mercato libero, dune, rappresenta un vantaggio in termini di concorrenza. Secondo le condizioni del mercato tutelato, il prezzo della quota variabile viene deciso dall’ARERA senza nessuna distinzione per le diverse situazioni di ciascuno, nel mercato libero, invece, si può scegliere il fornitore che offre la tariffa e i servizi migliori a seconda della propria situazione di consumo.

Perché è importante passare al mercato libero del gas naturale

Dal 1°luglio 2020, il mercato tutelato verrà abolito: perciò è importante informarsi per tempo sulle varie offerte e condizioni proposte dalle diverse compagnie.
Ma non è solo questo il motivo per cui conviene aderire adesso al mercato libero: cogliere le opportunità che il mercato libero offre potrebbe rappresentare anche un’occasione di risparmio! Infatti le diverse aziende fornitrici possono proporre offerte e servizi non proponibili in precedenza con il mercato tutelato, aumentando i benefici a favore del pubblico e alla gestione del benessere domestico.

Come effettuare il passaggio al mercato libero del gas naturale

Effettuare il passaggio al mercato libero del gas naturale è molto semplice, ma prima di tutto l’utente deve eseguire un’accurata ricerca per scegliere l’azienda fornitrice che propone l’offerta più adatta alla sua situazione.

Inoltre, prima di procedere al cambio di fornitore, l’utente deve assicurarsi di avere le seguenti informazioni:

  • Nota informativa
  • Scheda di confrontabilità della spesa
  • Condizioni contrattuali dettagliate
  • Modalità di contatto e identificazione della nuova impresa di fornitura
  • Durata e validità del contratto
  • Modalità e condizioni con cui aderire all’offerta, nonché prezzo
  • Possibili variazioni nel tempo
  • Eventuali spese a proprio carico.

È bene inoltre assicurarsi di conoscere preventivamente:

  • Modalità di procedura per reclami e segnalazioni
  • Condizioni di recesso
  • Tempistiche e metodi di pagamento
  • Modalità di conteggio dei consumi.

Al momento di effettuare il passaggio, il cliente viene fornito di:

  • Scheda di confrontabilità
  • Nota informativa
  • Copia del contratto.

A questo punto, l’azienda fornitrice invia al cliente la lettera di conferma, oppure viene effettuata la chiamata di conferma.
È importante specificare che se il contratto di fornitura viene sottoscritto al di fuori della sede commerciale dell’impresa scelta, l’utente ha diritto di ripensamento, ovvero la possibilità di svincolarsi all’impegno del contratto entro 14 giorni dalla consegna della proposta di contratto.

Dopo aver effettuato queste procedure, i tempi di attesa variano da 1 a 2 mesi perché avvenga a tutti gli effetti il definitivo cambio di gestione della propria fornitura del gas.
Poco prima dell’inizio della nuova gestione, il vecchio fornitore effettua l’ultima lettura del contatore ed emette l’ultima fattura.

Passaggio al mercato libero del gas: il deposito cauzionale

Potrebbe darsi che, al momento del passaggio di gestione, il nuovo fornitore richieda una garanzia equivalente o un deposito cauzionale: ciò dipende dal consumo medio del cliente.
Comunque, in caso di termine del contratto, la quota depositata viene restituita con gli interessi maturati fino al momento della cessazione del contratto.

Recesso e ripensamento

Molti studi hanno appurato che, per quanto riguarda il gas, passare al mercato libero sia in tutte le regioni la soluzione più conveniente, e comporti un effettivo e consistente risparmio rispetto al prezzo da pagare in una situazione di mercato tutelato.

Tuttavia, se per varie ragioni un utente volesse tornare al mercato tutelato, nonostante l’abolizione di quest’ultimo a partire dal 1° luglio 2020, la procedura da seguire è semplice.

In ogni contratto di fornitura di gas naturale, infatti, sono evidenziate anche le modalità per il recesso: la richiesta può essere presentata con una lettera scritta tramite raccomandata A/R oppure recandosi di persona allo sportello commerciale dell’azienda fornitrice.
Tuttavia, per il gas bisogna prestare attenzione al fatto che, a differenza dell’energia elettrica, il servizio di maggior tutela non è proposto da un unico fornitore per ogni comune, ma potrebbe essere proposto da tutte le società di vendita presenti sul mercato. Perciò è consigliabile chiedere la fornitura agli operatori storici della propria zona, oppure a Eni, specificando che si richiede la maggior tutela.

I costi per tornare alla maggior tutela sono nulli, ad eccezione della marca da bollo necessaria per la sottoscrizione del nuovo contratto, e di un eventuale nuovo deposito cauzionale.

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